Percussioni - Cornamuse della Franciacorta

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Percussioni

GLI STRUMENTI


Le percussioni popolari


La musica da sempre ha acco
mpagnato l' uomo nelle sue più varie attività e manifestazioni da quelle sacre a quelle profane. In particolare nelle feste non è mai stato tanto facile trovare qualche strumento da utilizzare al volo per accompagnare la musica: anche il semplice battere le mani sul tavolo costituisce di per sè una primtiva ma efficace percussione.

Quanto a quello che si trova sulla tavola, non c' è che l'imbarazzo della scelta: dall' agitare una bottiglia con dentro qualche oggetto di metallo, fino ad utilizzare i cucchiai con i quali si è da poco servito il pranzo. Questa primitiva perscussione si è talmente diffusa dal divenire col tempo un strumento musicale vero e proprio che utilizziamo normalmente in concerto spesso con grand sorpresa dei presenti che non hanno mai visto utilizzare due normalissimi cucchiai da cucina come una percussione,

I cucchiai possono essere di legno o di metallo, convessi o concavi. I cucchiai usati nella parte convessa, come nell' immagine, hanno la possibilità di variare il suono utilizzando il palmo della mano in modo più o meno aperto e quindi aggiungendo componenti armoniche alla esecuzione ritmica con il suono che è via via più aperto o più chiuso a gusto dell'esecutore. In commercio esistono anche cucchiai già pronti  in quanto uniti tra di loro e, in alcuni casi, anche dotati di una molla, ma in tutta sincerità noi preferiamo l'utilizzo di normalissimi cucchiai da cucina un po' pesanti anche perchè è decisamente più gradevole l'effetto visivo di una eprsona che fa musica con oggetti quotidiani.


Una versione molto antica ma ancora oggi utilizzata nella musica popolare delle valli bresciane e bergamasche è una percussione, per altro molto nota anche in nel resto d'Europa e soprattutto in Irlanda, realizzata con due pezzi di legno lavorati o, meglio, con ossa di animale usate come una sorta di nacchere: in dialetto si chiamano "tarlèk" e si suonano per lo più in doppia coppia, ovvero una coppia di tarlek per mano. La difficoltà esecutiva consiste ne trovare la giusta posizione che consenta ai due legni (o ossa) di restare ben saldi in mano ma al tempo stesso battere tra di loro rapidamente in modo ritmico tenendo il tempo (solitamente la coppia tenuta nella mano non dominante) ed eseguento ritmi in contrattempo (solitamene la coppia tenuta nella mano dominante dell'esecutore).Per relizzare i tarlèk in osso nel bresciano si utilizzano le ossa del costato di manzo (ovvero l'osso della "fiorentina") lasciato essicare molto a lungo al sole in modo che rivenga molto duro e tagliato in modo da avere due pezzi convessi. Quelli realizzati in legno sono per lo più in castagno o ciliegio.



Un' altra percussione tradizionale popolare è curiosamente sovrapponibile in quanto all'utilizzo al COREN, di cui si può leggere alla pagina degli strumenti effimeri sono le "tacole", percussione a manovella dotata di materlletti e camme. Non  si tratta di uno strumento effimero in quanto sono dotate di  una struttura fisica stabile e meccanicamente molto efficiente, ma si sovrappongono nell'uso al coren (il corno di corteccia) in quanto quanto venivano entrmabi utilizzati al posto delle campane che venivano "legate" nei giorni che precedevano Pasqua e servivano, appunto, in sostituzione delle campane stesse, rese silenti per rispetto alla Quaresima, per richiamare le persone alle funzioni religiose e segnare le ore del giorno.
Le tacole della fotografia qui di fianco sono state da noi fotografate (e filmate per riprenderne il suono) a Livemmo in occasione del famoso carnevale che si tiene in quel paese.


...a proposito di Quaresima e di campane legate, una curiosità.  Chi frequenta l'ambiente teatrale,  sa bene che dal teatro è bandita con forza qualunque cosa sia di colore viola e magari molti si domandano ancora oggi il perchè di questa radicatissima e diffusissima tradizione  scaramntica alla quale nessuna persona di teatro osa sottrarsi, non fosse che per non essere tacciata di portare sfiga, accusa molto infamante e difficile da sradicare in quell'ambiente.

Il fatto è che  il viola non è tanto un colore di lutto e quindi bandirlo da teatro è una questione semplicemente scaramantica, ma in quanto il viola è il colore ecclesiastico della Quaresima e durante la Quaresima, dal medioevo in avanti, erano vietati tutti gli spettacoli teatrali, le giostre, i divertimenti e la musica.  Per cui per attori, musicisti, danzatori e giocolieri non era solamente un periodo di "magra" ma era un periodo di vera e propria disoccupazione e per questo motivo in teatro tutto ciò che è viola è malvisto; anzi, si ha notizia di musicisti anche famosi che per aver visto in sala fiori di colore blu-violaceo si sono rifiutati di salire sul palco fino alla loro rimozione dal teatro... Allo stesso modo le signore che amano il teatro e ne conoscono le antiche tradizioni, ancora oggi evitano accuratamente di presentarsi con abiti di color viola.



 
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