Campanine - Cornamuse della Franciacorta

Vai ai contenuti

Menu principale:

Campanine

GLI STRUMENTI



Le campanine

LE CAMPANINE
a cura di Christian Loda


Nelle province di Brescia e Bergamo, t
ra il secolo XVIII e XIX, cominciano ad essere fusi i primi concerti campanari a cinque  e più campane, nonostante l’origine della campana intesa secondo il tradizionale modello organologico risalga a qualche millennio prima di Cristo.
Disponendo quindi di più elementi (monasteri, oratori, cappelle generalmente e laddove presenti le campane sono in numero di una o due) le campane assumono un carattere più da strumento musicale che da strumento di solo richiamo per le funzioni  strettamente religiose.
Aumentando quindi il numero di campane, sulle sommità dei campanili vengono collocati dei sistemi a tastiera che, una volta collegato il batacchio al relativo tasto, permettono di suonare le campane battendo con i pugni sulla tastiera.
Questo nuovo modo di suonare, l’estensione sonora con una potenzialità maggiore fa si che le campane assumano, come già ricordato, più una connotazione da strumento musicale vero e proprio; a fianco quindi del solo repertorio religioso  strettamente correlato alle festività, nascono dei repertori di musica popolare suonati proprio con le campane, eseguiti per lo più durante i momenti aggregativi delle comunità anche fuori dal mero contesto religioso.
E’ noto che questa innovativa concezione era già presente nei vicini paesi europei dove normalmente venivano eseguite melodie classiche utilizzando tale sistema, differentemente a quanto invece accadde da noi in cui si privilegiò il repertorio  folk-popolare-tradizionale a quello della musica classica.
La figura del campanaro assume quindi nelle comunità un ruolo decisamente importante, recenti studi etno-musicali affermano che questi erano regolarmente assunti a contratto dalle vari parrocchie e si faceva  letteralmente "a gara"  per ingaggiare il campanaro migliore.
I campanari quindi per poter studiare o comporre i brani che andavano poi ad eseguire durante le varie ricorrenze sul campanile,  dovettero trovare un modo consono tale da poter imparare i brani senza dover necessariamente salire sulla torre campanaria  (soprattutto per non compromettere la quiete della popolazione!); nacquero dunque degli strumenti estremamente "rudimentali" ma decisamente efficaci per studiare ed apprendere le melodie campanarie, questi strumenti sono chiamati CAMPANINE.  

Le CAMPANINE o per precisione CAMPANINE BERGAMASCHE erano e sono tutt’ora strumenti d’estrazione popolare. Concettualmente molto semplici, sono tuttavia uno strumento decisamente unico nel loro genere. Tradizionalmente le campanine erano  auto costruite dallo stesso campanaro per imparare privatamente i brani da eseguire con le campane, accordando e riprendendo la tonalità del concerto campanario in cui suonava. L’accordatura era fatta prevalentemente ad orecchio, in quanto raramente  i campanari erano musicisti professionisti.

Il suono delle campanine, molto vivace, ricorda quello del carillon o meglio quello del glockenspiel (dal tedesco suono (spiel) delle campane( glocken)).  

La particolarità delle campanine, a differenza di tutti gli idiofoni, sta nel materiale di costruzione dei risuonatori, costruiti prevalentemente in vetro.
Dal punto di vista organologico, le campanine sono tradizionalmente costituite da una cassa armonica in legno; essendo questo uno strumento "povero" appartenente al mondo popolare, anticamente la cassa veniva costruita con materiale ligneo di scarto (vecchie  cassette, listelli di vecchi armadi ed in generale legno di riuso ) cosi come i risuonatori in vetro erano ricavati da lastre di finestre rotte da cui si ricavano delle liste di vetro che appunto fungevano da elementi sonori. In passato poi la costruzione  e le tecniche di lavorazione del vetro non permettevano di raggiungere una omogenea composizione del materiale, caratteristica questa che permetteva al vetro di avere delle sonorità particolari. Come ricordato precedentemente, le campanine venivano  accordate ad orecchio dal campanaro partendo dalla tonica del campanile. L’altezza del suono era ed è dovuta principalmente a due fattori: lunghezza e spessore del risuonatore di vetro.  A spessori di 1 mm corrispondono i suoni generalmente   gravi; i suoni intermedi sono generati da spessori dell’ordine di 2-3 mm fino a raggiungere suoni decisamente acuti utilizzando vetri con spessore pari a 5 mm. Fissato quindi lo spessore del vetro l’intonazione veniva e vien fatta accorciando  il risuonatore di qualche mm per volta, nel verso della lunghezza,  partendo dalla tonica ed andando quindi a decrescere.

La scala di accordatura utilizzata è per lo più quella maggiore e le tonalità usate quelle di DO e SOL.

Affinché le campanine siano suonabili occorre che i risuonatori vengano collocati adeguatamente all’interno della cassa armonica e che quest’ultima sia realizzata in modo corretto in particolare non abbia mai uno spessore superiore al  centimetro.


Realizzati quindi tutti i risuonatori, questi devono essere collocati all’interno della cassa armonica. Tradizionalmente all’interno della cassa veniva tesa una cordicella passante sui quali venivano incollati i risuonatori. La cordicella  deve passare in due punti ben definiti del risuonatore detti "nodi". I nodi sono i punti in cui la vibrazione del risuonatore è pari a zero e vengono individuati mettendo un poco di segatura sul vetro e picchiettando al centro di esso finché la  segatura cada completamente dal vetro ad eccezione dei due punti in cui la vibrazione è nulla. Alternativamente alla cordicella si suol usare anche due listelli in legno di spessore inferiore al centimetro su cui poggiare i vetri. Generalmente tra  il risuonatore e il listello viene posto un pezzetto di gommapiuma per permettere al vetro di vibrare.

Per poter suonare le campanine il campanaro utilizzava dei martelletti realizzati con listarelle di legno e tappi di sughero. Con questi picchiettando sui risuonatori si emulava il movimento da ripetere poi sulla tastiera dei campanili.
Infine sulla cassa armonica veniva posto un coperchio aperto realizzato nel medesimo materiale della stessa, per dar maggior corposità al suono.
In base a quanto gli studi etnomusicologi hanno fornito, ho voluto cimentarmi nella realizzazione delle campanine che potessero suonare in una ensemble di baghècc, in quanto anche tradizionalmente queste venivano utilizzate anche come strumento che  i campanari portavano nelle osterie accompagnando cornamuse, fisarmoniche, chitarre ed altri  strumenti.

Ho realizzato le mie campanine in due tonalità SIb e SOL attenendomi il più possibile a quanto appreso dalle ricerche e dagli studi recentemente condotti da alcuni etnomusicologi.

La cassa armonica ed il coperchio è stata realizzata in abete proveniente da tavole di vecchi mobili destinati al macero.  Lo spessore è di circa 0.7 mm. I vetri che ho utilizzato per realizzare i risuonatori provengono da vecchie lastre di finestre. Ho utilizzato vetri con uno spessore compreso tra i 2 ed i 3 mm,  quindi con una sonorità intermedia.  L’estensione è di un’ottava più la sensibile, la stessa quindi di un normale baghèt.
Per praticità ho preferito usare due listelli di circa 0.8mm su cui appoggiare i  risuonatori. Tra questi ed i listelli ho inframmezzato un piccolo pezzo di gomma piuma ed incollato i vetri con del comune silicone acrilico.  I martelletti sono stati costruiti con tappi di sughero torniti a "T" e sono portati da un manico in legno ricavato da listarele di legno, arrotondato nella parte centrale.

Alla pagina DOCUMENTI l'articolo completo con un maggior numero di immagini

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE E RIFERIMENTI WEB

Valter Biella, Manuale sull’uso delle "campanine" con un repertorio tratto da musiche tradizionali. Bergamo 2006
Federazione Campanari Bergamaschi     www.campanaribergamaschi.net


 
Torna ai contenuti | Torna al menu